Esistono alcune caratteristiche di personalità, definite di hardiness, che possono aiutare a vivere in situazioni fortemente stressanti. Le ha identificate nel lontano 1979 la psicologa Suzanne C. Kobasa. Per ricordarle facilmente, hanno come iniziali le lettere C.I.S.:
Controllo, ossia la convinzione di poter influenzare gli eventi della propria vita;
Impegno, il senso di risolutezza, il coinvolgimento nelle attività e nei rapporti con le persone che fanno parte della propria vita;
Senso di sfida, ossia l’aspettativa che nella vita sia normale il cambiamento e che questo rappresenti un’opportunità di crescita.
Queste caratteristiche contribuiscono a creare propensione all’ottimismo, ossia una maggiore probabilità di considerare i problemi alla propria portata e quindi di perseverare per raggiungere i propri scopi anche in situazioni di difficoltà. Gli ottimisti, secondo le ipotesi formulate alla fine degli anni ’80 da Scheier e Carver, avrebbero maggiori probabilità di impegnarsi in forme di coping (strategie di fronteggiamento delle situazioni stressanti) focalizzando l’attenzione, di volta in volta, sui diversi problemi da affrontare.
Mentre i pessimisti tendono a far ricorso alla negazione e al distanziamento come strategie di coping. Queste relazioni sono state confermate empiricamente, ed è stata riscontrata una diversità negli stili di coping in relazione all’ottimismo. Ad esempio, si è dimostrato che l’ottimismo è correlato positivamente con un coping orientato al compito e alla ricerca di sostegno sociale, mentre è negativamente correlato a un coping orientato alle emozioni e all’evitamento (Hatchett e Park, 2004).