Condivido alcuni dati di un interessante studio italiano (multicentrico) sull’impatto della quarantena e del distanziamento fisico sulla salute mentale della popolazione italiana in seguito a COVID-19.
Possiamo partire da un’immagine, che mostra chiaramente come la salute mentale è determinata da una combinazione di diversi fattori tra cui il tempo, fattori di rischio e protettivi. Nell’immagine possiamo vedere a sinistra i fattori di rischio: isolamento sociale, solitudine e trauma. A destra, tra i fattori protettivi, troviamo la possibilità di restare in contatto con gli altri (tramite l’accesso e l’utilizzo della rete internet e dei social network) e il poter mantenere un lavoro in modalità smart working.
Sempre tra i fattori protettivi, troviamo la capacità di fronteggiare gli eventi stressanti (coping) e la crescita post-traumatica. In particolare, è importante considerare che l’impatto sulla salute mentale non deve solo essere considerato in termini negativi ma al contrario occorre pensare che tra le reazioni post-traumatiche vi è anche la possibilità di esperire una crescita in termini personali e interpersonali. In letteratura la crescita post-traumatica è definita come la tendenza, in seguito a un evento traumatico, a riportare cambiamenti in positivo in tre aree principali: cambiamento nella percezione di sé, nelle relazioni interpersonali e nella filosofia di vita.
Le conseguenze sulla salute mentale sarebbero, quindi, determinate da un insieme di fattori che devono essere monitorati di continuo.
Qui è possibile monitorare la propria resilienza con un breve test (2 minuti).
Qui è possibile leggere lo studio integrale.