In psicologia la speranza è una aspettativa maggiore di zero di raggiungere un obiettivo nel futuro (Stotland, 1969). Essa sarebbe, quindi, il risultato dell’interazione di diversi fattori:
- La motivazione a raggiungere un obiettivo;
- L’importanza dell’obiettivo per il soggetto;
- Il disagio relativo al fatto di non raggiungerlo.
Questi tre punti, apparentemente semplici, ci dicono che i fattori in gioco sono la capacità dell’individuo di formulare degli obiettivi chiari, di sviluppare strategie specifiche (Pathways Thinking) e di avere e sostenere la motivazione nell’utilizzare queste strategie (Agency Thinking).
Per chi riesce a formulare obiettivi, la vera sfida resta il riuscire a vincere l’incertezza riguardo alla propria possibilità di raggiungere l’obiettivo. Perseverare cercando di restare felici potrebbe essere un buon assetto mentale che ci permette di darci tutto il tempo che occorre risolvendo i problemi che si presenteranno tra noi e la nostra meta. Meglio ancora darsi più mete, in modo da non essere mai soli nel bel viaggio della vita.
Alcune domande da porsi potrebbero essere:
1 Ho una visione positiva nei confronti della vita?
2 Ho degli obiettivi a breve e a lungo termine?
3 Riesco a vedere delle possibilità anche in mezzo alle difficoltà?
4 Ho una fede che mi reca conforto?
5 Mi sento spaventato circa il mio futuro?
6 Posso ricordare tempi felici e gioiosi?
7 Ho una profonda forza interiore?
8 Mi sento capace di dare e ricevere cura e amore?
9 Vedo il mio futuro?
10 Credo che ogni giorno sia un’opportunità?
11 Sento che la vita ha significato e valore?
Se la speranza è la possibilità di costruire un avvenire positivo, allora possiamo vedere davanti a noi uno spazio in cui realizzare quello che siamo insieme ai nostri obiettivi. Un futuro “a saldo positivo”, dove si prendono “le cose che non vanno” e si mette accanto un meno (-), poi quelle “che vanno” e si mette accanto un più (+) e alla fine si fanno vincere i più.
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