La Pandemia Covid-19 è SINDEMIA. Per affrontare una SINDROME occorre un approccio differente: sanitario, economico e sociale. NON BASTA IL VACCINO.

La comunità scientifica, anche grazie alla pubblicazione di Richard Horton in  The Lancet, inizia a fornire un nuovo paradigma per gestire la pandemia Covid-19: l’approccio “solo sanitario” nella gestione della diffusione, ma soprattutto della patologia, è troppo riduttivo, perché la crisi sanitaria è stata affrontata focalizzando l’attenzione alla sola malattia infettiva trascurando un “approccio sindemico”.

Cosa significa?

La nozione di sindemia è stata concepita per la prima volta da Merrill Singer, un antropologo medico americano, negli anni ’90. Scrivendo su The Lancet nel 2017, insieme a Emily Mendenhall e colleghi, Singer ha affermato che un approccio sindemico rivela interazioni biologiche e sociali importanti per la prognosi, il trattamento e la politica sanitaria. Per limitare i danni causati dalla SARS-CoV-2 occorre intervenire su malattie non trasmissibili e disuguaglianza socioeconomica. Una sindemia non è semplicemente una comorbilità (coesistenza di più patologie diverse in uno stesso individuo). Le sindemie sono caratterizzate da interazioni biologiche e sociali tra condizioni e stati, interazioni che aumentano la suscettibilità di una persona a danneggiare o peggiorare i loro risultati di salute.

Nel caso di COVID-19, per fare posto ai pazienti Covid sono state addirittura trascurate le malattie non trasmissibili (ipertensione, obesità, diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie croniche e cancro). Così come occorre ritenere prioritario l’intervento sociale. La vulnerabilità dei cittadini anziani, le comunità con meno protezioni sociali, indicano una verità finora a malapena riconosciuta – vale a dire, che non importa quanto sia efficace un trattamento o protettivo un vaccino, la ricerca di una soluzione puramente biomedica per COVID-19 fallirà. Le nostre società hanno bisogno di speranza, non solo di cura sanitaria. A un anno di distanza dall’emergenza, non è ammissibile essere ancora in uno stato di emergenza. La crisi economica che sta avanzando verso di noi non sarà risolta da un farmaco o da un vaccino. Avvicinarsi a COVID-19 con un nuovo paradigma che possa curare la malattia (anche dal punto di vista mentale e con l’attivazione della medicina territoriale, non solo negli ospedali!) e stabilire investimenti di sviluppo economico, favorendo ricerca scientifica e istruzione, occupazione, alloggio, cibo, ambiente.

Considerare COVID-19 solo come una pandemia da curare con un vaccino non potrà essere la soluzione.

Articolo completo The Lancet.

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